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Da " Vivere l'Islam"
Si continua a uccidere in nome di un Dio
Jesolo 11 Gennaio 2014
di Claudio Vianello Venti15©
In nome di Dio e/o di Allah ?
In Francia ed esattamente a Parigi, in 3 giorni di lucida follia e fanatico terrorismo, vengono trucidate in nome di Allah, 17 persone: 10 di queste erano dei vignettisti che lavoravano nella redazione del giornale Parigino di satira Charlie Hebdo, 3 erano poliziotti, tra cui uno di religione musulmana, che svolgevano il loro mestiere e 4 ostaggi ebrei, l’unica colpa di questi ultimi, trovarsi nel momento sbagliato sul posto sbagliato.
Ricordo che molti anni fa, un mio cliente di Riyadh mi regalò due libretti da leggere. Il primo "Vivere l’Islam" il secondo "Equivoci sull’Islam" editi dal International Islamic Federation of Student Organizations di Riyadh (Arabia Saudita).
Sul libretto Vivere l'Islam, al capitolo secondo Iman (Fede): sua natura e carattere....… Le fondamenta su cui il Corano costruisce il rapporto dell’uomo con Allah e la visione della vita che logicamente segue tale rapporto. Il Corano tratta questo problema in più di un’occasione, ma la visione della vita considerata da esso si riassume nel versetto seguente: tradotta dal Corano (IX, 3)" Invero Allah ha acquistato dai credenti le loro vite e le loro proprietà a prezzo del Paradiso; così essi combattono nella via di Allah e uccidono e sono uccisi………E chi, meglio di Allah, è fedele al suo patto? Rallegratevi dunque dell’affare che avete fatto, poiché è il supremo trionfo."
Fatta questa premessa mi chiedo solo, ma è possibile uccidere degli esseri umani per una religione? Chi ha studiato la storia, sa benissimo cosa ha fatto la Chiesa nel mondo negli anni dei conquistadores e ancora prima nelle crociate, in nome di Cristo. Diciamocelo che non è mai cambiato nulla e oggi continuano a uccidere sempre in nome dello stesso Dio.
Che colpa avevano quei vignettisti francesi per essere massacrati a colpi di kalashnikov? Solo una, quella di aver fatto della satira su Maometto, il profeta dell’Islam.
Se torniamo a casa nostra, chi non si ricorda di quell’ Iman, un certo Adel Smith che nel 2003 ad Ofena, un piccolo comune in provincia dell’Aquila, iniziò una battaglia contro la presenza di simboli sacri negli edifici pubblici e in modo particolare nelle scuole ma anche negli ospedali, aule giudiziarie, seggi elettorali? Il signor Smith chiese all’insegnante della scuola di Ofena (AQ) nella quale studiavano i suoi figli, di rimuovere il crocifisso appeso alla parete o, in subordine, di appendere alla parete un quadretto con una sura del Corano. Da quel momento, in Italia, inizia una battaglia a colpi di carte bollate e il 23 Ottobre del 2003 il giudice Montanaro sentenzia, «la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche comunica un’implicita adesione a valori che non sono realmente patrimonio comune di tutti i cittadini». Così facendo, sempre stando alla sentenza, la presenza del crocifisso nelle aule «si pone in contrasto con quanto ha stabilito la Corte costituzionale, rilevando come il principio di pluralità debba intendersi quale salvaguardia del pluralismo religioso e culturale (cfr. Corte cost. 12 aprile 1989, n. 203 e 14 gennaio 1991, n. 13), che può realizzarsi solo se l’istituzione scolastica rimane imparziale di fronte al fenomeno religioso»
Fermiamoci un attimo a pensare. Pensiamo se ciò lo potessimo fare nei paesi Arabi, in Arabia Saudita o in altri Paesi integralisti islamici? Non è possibile!!! Non esiste! Ecco, qui da noi è tutto buonismo e permessivismo Europeo, senso di civiltà? Ma qual’ è la civiltà: la nostra o la loro?
L’unica cosa che si evince dai fatti di questi ultimi giorni a Parigi è una sola, 17 persone sono state uccise in nome di Allah. Tra i 17 ce n’erano 10 che lavoravano adoperando carta e penna. Dall’altre parte invece, 3 fanatici Islamisti con kalashnikov, morti gridando Allah è grande! Ma ci rendiamo conto, proprio un bel modo nel 2015, quello di far piazza pulita e non confrontarsi!!!
Reputo che la colpa di quanto stia accadendo nel mondo sia della politica e della Chiesa, così detta civilizzata, che invece di porre molta attenzione a ciò che accade e soprattutto agli estremismi, assecondano tutto per il quieto vivere, in nome del buonismo e del bene!! Dall’altra parte della barricata invece in nome di Allah si ammazzano decine di migliaia di cittadini, colpevoli solo, di pensarla in modo diverso.
Se ci fosse un Dio, per chi ci crede, ma perché non interviene!
Per adesso la scia della morte in nome di Dio continua e la civiltà moderna non è capace di fermarla… Forse abbiamo perso un capitolo.
Quel Dio che una volta di qua e un’altra di là viene chiamato ed inneggiato, ma il problema sono le armi, prodotte dalla globalizzazione in nome di che cosa? Interessi di mero denaro ….
Eccola la globalizzazione!!!