Una moria quotidiana di decine di migliaia di attività familiari
Era il 1976, quando ancora giovanissimo entrò nell’edicola di famiglia, in via Olanda a Jesolo. Lui, Stefano Giachetto, classe 1964, rammaricato mi racconta con un filo di voce,”basta non ne posso più, sono trentun anni che lavoro 361 giorni all’ anno senza riposi e ancora: me lo ero prefissato alla fine dello scorso anno che avrei chiuso alla fine di quest’anno e così ho fatto, oggi è il mio ultimo giorno di lavoro.
Che dire di questi tempi, a Jesolo va di moda inaugurare nuove attività in pompa magna e a premiare quelle che tirano avanti da decenni. Bravi i nuovi nati e bravi quelli che resistono, resistono e resistono. Posso dire che basterebbe meno ipocrisia da parte della politica locale e più giri in città per conoscerla, non serve guardare solo in verticale.
Una città di colore grigio smorto, con decine e decine di loculi - attività in affitto e/o in vendita.
Mi pare poi, per chi non se ne fosse accorto che oltre alle decine e decine attività chiuse con il cartello AAA affittasi e/o Vendesi, ci siano anche migliaia e migliaia di appartamenti chiusi o forse è solo una mia idea.
Jesolo secondo il mio modesto parere, non è più quell’isola felice, ormai è l’isola che non c’è, o più semplicemente: una città che sta morendo sotto ai milioni di metri cubi di calcestruzzo e agli edifici tutti uguali senza identità.
Non esiste un progetto da parte dell’amministrazione comunale per aumentare la residenza stabile, questi che governano la città, sono lì da due mandati, sette anni che rilasciano licenze a costruire a tutti e di più, basta costruire in verticale, il resto non conta. È una vergogna , un colpo al cuore vedere una città se la vogliamo chiamare così, con migliaia di tapparelle chiuse a lutto, nei 365 giorni dell’anno.
Oggi in Italia esiste una bieca politica nei confronti delle aziende artigianali e familiari che non ha eguali nel Mondo. È un quotidiano bollettino di guerra, l’ indifferenza, l’ ipocrisia e l’accanimento terapeutico della burocrazia e della politica italiana creano un mix a discapito di quelle micro e piccole attività, che al sistema-Italia non piacciono, perchè non costano nulla al sistema.
Queste non hanno un welfare a tutela delle crisi, non hanno dei cuscinetti/ammortizzatori sociali e vengono da decenni additate come le uniche vere bolle di evasione fiscale, il vero capro espiatorio per la politica italiana in genere.
Se tutto ciò fosse vero non sarei qui a scrivere dell’ennesima attività che non ne può più, chiudendo per sempre la sua saracinesca…
Il vero disastro di questo Paese, così chiamato Italia, è uno solo: la politica è distante anni luce dalla realtà e "fatta at personam" dal politico ciarlatano di turno, per scopi prettamente personali e per pochi intimi.